Nel periodo della riproduzione un attenzione particolare va rivolta al nido dei canarini. Si tratta di una zona molto importante dove le femmine passeranno circa 3 mesi all'anno per riprodursi, ed è quindi facilmente comprensibile quanta cura meriti affinché offra l'ambiente ideale per tutte le fasi di cove e crescita dei nuovi arrivi.
Partiamo col definire le tipologie dei nidi disponibili all'allevatore:
Nido INTERNO, si tratta di un piccolo cestello, tipicamente in rete metallica o plastica, da appendere all'interno della gabbia; offre il vantaggio di non occupare spazi aggiuntivi nell'allevamento ma di contro non crea una zona "separata" in cui la canarina può sentirsi protetta e toglie una porzione di spazio di volo nella gabbia e vincola inoltre parecchio la facilità da parte dell'allevatore di intervenire su uova/pullus. La sua scelta è da valutarsi in base alle esigenze dell'allevatore di non poter applicare nidi all'esterno delle gabbie, spesso perchè le batterie sono costruite su misura e non concedono spazi extra.
Nido ESTERNO, è costituito da una piccola gabbietta con fondo concavo a mo di cestello con un lato aperto ed un lato apribile per ispezione, viene venduto anch'esso costruito in plastica o in rete metallica. Il nido va applicato all'esterno della gabbia in prossimità di uno sportello e crea un piccolo nuovo spazio in cui la femmina subito riconosce l'ambiente ideale ove rifugiarsi per poter dare inizio alla cova. Ha il vantaggio di essere rapidamente ispezionabile e può essere schermato tipicamente con del panno verde per dare ancor più sicurezza ed intimità alla femmina. È la soluzione da scegliere per chi non ha problemi di spazio nell'allevamento e per le femmine un po' più suscettibili ai movimenti dell'allevatore.
Andiamo alla cosa più affascinante e divertente di questo ambiente, la riproduzione.
È d’obbligo una premessa, il sottoscritto alleva utilizzando vecchi metodi, il rispetto della natura viene al primo posto, non mi interessano coppe e medaglie ma soltanto la salute dei soggetti.
Detto questo andiamo al dunque, per chi alleva solo per diletto senza dover partecipare alle mostre può non tenere conto dei colori. Accoppiare un rosso a un giallo non è dunque un delitto ma anche l’occhio vuole la sua parte, di sicuro il frutto di questi accoppiamenti “bizzari” non sarà eccellente ma va bene se non si creano problemi alla salute dei propri soggetti. Quindi il rispetto della VARIETA’ (ricordate questo termine? Rosso, giallo e bianco) non è fondamentale ma quando si preparano le coppie bisogna tener conto della categoria.
Quindi ricordate sempre che bisogna accoppiare:
- intenso x brinato
- mosaico x mosaico
La genetica rappresenta la base dell’allevamento e ritengo sia impossibile e riduttivo spiegarla con uno scritto. Quello che vorrei fare è intavolare una discussione fluida, semplice, senza parole incomprensibili, che possa avvicinare a questo meraviglioso mondo anche i neofiti. Non sono un guru della genetica però allevando da qualche anno ho acquisito qualche nozione che metto volentieri a disposizione della community.
Le origini del canarino sono molto antiche, considerate che i primi esemplari selvatici furono avvistati nelle isole canarie nel 1402 dai conquistadores spagnoli e portati in Europa. Viste le doti canore e i meravigliosi colori ben presto i canarini divennero merce di scambio, un’opportunità di business, invasero ben presto Inghilterra, Olanda, Germania e Italia fino a diventare il volatile da gabbia più diffuso al mondo.
Sta arrivando la parte più entusiasmante dell'anno. I soggetti diventano iperattivi, le femmine cercano in ogni posto materiale per la costruzione del nido, i maschi cantano a squarciagola e gli allevatori fremono.
Con l'allungarsi delle giornate nei nostri soggetti vengono stimolate certe aree del cervello che portano all'estro. Gli ormoni prendono il sopravvento e danno inizio al periodo delle cove, ecco quindi alcuni accorgimenti che tutti dovremmo seguire per arrivare ad avere nidi pieni di piumosi pulli.
In natura il periodo riproduttivo viene maggiormente scatenato dall'aumento delle ore di luce e verrà successivamente bloccato quando la durata delle giornate sarà arrivata all'apice. Possiamo quindi indicativamente riconoscere il periodo di riproduzione dei canarini in quel lasso di tempo che va da fine marzo alla metà di giugno.
Partiamo col dire che in questo periodo le gabbie non devono mai essere spostate, la femmina comincerà a costruire il nido in cui deporrà le sue uova solo quando si sentirà sicura. È quindi importante lasciare il più possibile tranquilla la coppia evitando qualsiasi tipo di scossone ed anche i nostri movimenti durante le operazioni di pulizia della gabbia e dei controlli dovranno diventare il più delicati possibile. Le visite ai nostri beniamini dovranno ridursi a quelle strettamente necessarie al loro controllo ed alla loro cura.
La speratura delle uova consiste nell'osservare in controluce le uova di canarino dopo qualche giorno di incubazione allo scopo di capire preventivamente se ogni singolo uovo è da considerarsi fecondo oppure "bianco".
Lo scopo di questa operazione è quello di poter individuare con l'anticipo di circa una settimana una buona covata oppure un nido pieno di uova che non si schiuderanno mai con la conseguenza di un grande affaticamento della canarina in cova per nulla. È infatti accertato che durante tutto il periodo di cova, una canarina alza notevolmente la sua temperatura corporea entrando in uno stato chiamato "febbre da cova" per poter meglio scaldare e quindi dar vita alle proprie uova. Evitare giorni di cova sprecati per delle uova vuote significa quindi sia guadagnare tempo per una cova successiva sia, cosa più importante, evitare un notevole stress e dispendio di energie.